venerdì, Maggio 2, 2025

Salvare persone si può,
anche da giovani

IL COMMENTO - La competenza di ragazze e ragazzi nel gestire una situazione di difficile emergenza

 

Paola Nicolini

di Paola Nicolini*

È accaduto in questi giorni, nel nord Italia, e certamente avrai sentito la cronaca dai telegiornali, forse anche a scuola si è commentato il sequestro di un gruppo di ragazze e ragazzi che tornavano da un’attività sportiva in un pulmino scolastico. Nel bel mezzo del tragitto, l’autista è come impazzito e, armato di coltello, ha minacciato di dare fuoco a tutto. Immaginate quanta paura avranno avuto le persone che erano trasportate, una cinquantina di ragazze e ragazzi di poco più che dieci anni, accompagnati dai loro insegnanti. Una situazione che sarebbe bastato davvero un nonnulla perché degenerasse in una tragedia.
Ma quel che è invece accaduto è che si sono salvati tutti, perché hanno usato i comportamenti più efficaci. Quando l’autista ha chiesto di consegnare i telefonini, uno di loro è riuscito a dire – con una bugia più che a fin di bene – che quel giorno l’aveva lasciato a casa (guarda l’intervista allo studente). E mentre il resto del gruppo faceva un po’ di confusione, quel ragazzo è riuscito a chiamare i carabinieri, che sono immediatamente intervenuti, permettendo a tutti di scappare e mettersi in salvo, arrestando poi l’autista.

Lo studente che ha avvertito le forze dell’ordine in una intervista dell’Ansa

«I bambini hanno saputo fare le cose giuste. Cioè, hanno tenuto bassa la tensione e chiesto aiuto, di nascosto e senza perdere la calma. Non hanno tentato di aggredire il sequestratore, non hanno prestato il fianco per attivare i suoi comportamenti violenti (l’uomo, oltre che alterato, era armato): in un contesto del genere basta un niente per scatenare l’imprevedibile… La società occidentale, inutile negarlo, è attraversata da tensioni e situazioni ad alto grado di conflittualità: avere la capacità di stare nelle situazioni di stress e tensione, mantenendo la barra dritta e la lucidità è la grande competenza che tutti, grandi e piccoli, dovrebbero avere. I punti di forza? Collaborare, chiedere aiuto, abbassare la tensione: è questa la strada, è a questo che dobbiamo educare i nostri ragazzi… La vera sicurezza non si fonda sul controllo, ma sul saper fare la mossa giusta» ha commentato Daniele Novara**, un esperto che da anni si occupa di studiare il conflitto e dei modi più efficaci per limitare i danni che può produrre quando degenera – come sarebbe potuto accadere in questo caso.
Sarebbe bastato che uno avesse provato a sfidare l’autista lasciandosi andare alla rabbia, sarebbe bastato che una avesse provato a forzare una porta per provare a mettersi in salvo da sola senza pensare a quelli che sarebbero restati nelle mani del sequestratore, sarebbe bastato non essere capaci di chiedere aiuto.
Il gruppo è stato invece in grado di “fare squadra”, ha mantenuto una grande lucidità e si è organizzato in modo solidale, utilizzando gli sguardi e trovando l’accordo giusto, quello che ha permesso la soluzione utile a tutti.
Questa brutta storia, per fortuna a lieto fine, ci insegna che anche da giovani si può essere competenti e fare le cose giuste anche nelle situazioni più difficili. E che abbiamo bisogno di un’educazione che ci sostenga nelle capacità di collaborare, che ci aiuti a far crescere la solidarietà, che ci dia le occasioni per apprendere a regolare in modo efficace il flusso delle nostre emozioni.

*Paola Nicolini – docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione – Università di Macerata
**Daniele Novara del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti di Piacenza sarà a Recanati e a Macerata il prossimo venerdì 29 marzo, in due incontri organizzati dall’Università di Macerata

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