
Dopo 14 anni, è tornato mercoledì tra i banchi della scuola elementare Anna Frank di Pollenza che aveva frequentato da bambino. Il tenente dell’Esercito italiano Loris Bacaloni, oltre a rappresentare il Corpo Militare a cui appartiene e a far conoscere la bellezza di una vita spesa per il bene della Nazione, ha raccontato la sua storia e le sue scelte nell’ambito del progetto Legalità.
«La storia di Loris -si legge in una nota della scuola – è ben riassunta dalle parole che Papa Francesco rivolse alla Guardia Svizzera il 5 aprile 2014: “Non è l’uniforme, ma colui che la indossa a dover colpire gli altri per la gentilezza, per lo spirito di accoglienza, per l’atteggiamento di carità verso tutti”. Loris Bacaloni è orgoglioso di aver fatto parte dell’Accademia di Modena, la prestigiosa istituzione che forma i giovani alla vita militare; ma è rimasto il ragazzo “sveglio” ed educato, volenteroso e versatile che era da bambino. I suoi 24 anni li ha spesi per diventare quella persona “responsabile e determinata”, come da bambino già aveva deciso di diventare, anche se ancora non aveva chiaro in mente cosa avrebbe fatto da grande».
I pilastri della sua formazione sono stati questi tre: famiglia, scuola e sport. Ognuno gli ha insegnato «che il successo arriva con il lavoro costante e con la voglia di migliorarsi». La famiglia gli ha trasmesso i valori dell’onestà e del rispetto.
La scuola, “palestra” necessaria per costruire il suo futuro, ogni giorno gli prospettava qualcosa di nuovo. Lo sport, il calcio in particolare, attraverso il lavoro di squadra, lo ha convinto che «non si vince da soli, ma con la determinazione e la collaborazione di tutti».
Ma anche la musica è stata un elemento importante nella formazione di Loris. Lo studio del sassofono gli ha «insegnato che, come nello sport e a scuola, per migliorare bisogna esercitarsi sempre, arrendersi mai». Così lo studio del sassofono, mentre lo obbligava a concentrarsi, gli regalava la gioia di rilassarsi nei momenti di difficoltà.
Dopo il liceo scientifico, il tenente è entrato all’Accademia Militare di Modena: in questa prestigiosa istituzione ha trovato il luogo ideale per coltivare i valori fondamentali per una vita sana ed impegnata, quali «l’onore, il senso del dovere, la dignità e la lealtà». All’Accademia ha studiato Ingegneria Informatica. Dopo la laurea ha continuato gli studi al Politecnico di Torino. Le giornate all’Accademia di Modena erano molto intense: oltre allo studio, c’era un continuo allenamento fisico e l’addestramento militare. C’era anche la possibilità di affrontare esperienze uniche, come il paracadutismo e l’arrampicata: questo lo aiutava a vincere le paure e di superare i propri limiti.
La vita militare non è certo facile, ma proprio per questo crea profondi legami con i compagni di corso: insieme ci si aiuta a trovare «la forza e la determinazione per superare ogni ostacolo – afferma Bacaloni -. I miei compagni di Accademia sono diventati per me una seconda famiglia. Insieme abbiamo affrontato sfide e condiviso momenti difficili, sostenendoci a vicenda. Ho capito che la vera forza non è solo individuale, ma nasce dal lavoro di squadra e dal rispetto reciproco. Bisogna sempre cercare di aiutare gli altri, esserci sempre quando c’è bisogno».
È questo il messaggio che Loris Bacaloni ha lasciato ai bambini e alle bambine: «Qualunque sia il vostro sogno, è importante il modo che sceglierete per realizzarlo. Ogni piccola scelta, che fate oggi, costruisce il vostro domani. Non esistono traguardi irraggiungibili per chi è determinato e ha voglia di migliorarsi. Qualunque sia la strada che intraprenderete, percorretela con passione e rispetto».
Il tenente è stato salutato calorosamente dalla dirigente Ombretta Sorgi, dalle insegnanti, dal Personale Ata, ma soprattutto dai bambini e dalle bambine, che lo hanno ringraziato con i loro disegni, un lungo applauso e un forte, anzi fortissimo abbraccio.