mercoledì, Aprile 30, 2025

Pia Simona Bosco dà vita alle immagini: «Le mie illustrazioni sono connessioni emotive»

L'illustratrice maceratese, originaria di Nereto, racconta il suo lavoro, la passione nata da bambina quando disegnava persino sul legno della cucina e il serpente Osvaldo, il suo personaggio del cuore. Ma ci sono anche i "mostri" realizzati per “Le storie della filosofia per grandi e piccoli”

Pia Simona Bosco

di Alessandra Pierini

Disegna per creare connessioni emotive ed elaborare emozioni per lettori e lettrici. Un’arte che è nata in lei fin da quando era bambina e disegnava ovunque, compreso il legno della cucina. Così si racconta Pia Simona Bosco, illustratrice di 28 anni. Le sue radici affondano a Nereto, un piccolo paese in provincia di Teramo, ma ormai da tempo vive a Macerata dove ha lavorato per tanti progetti e iniziative. L’ultimo, ma solo in ordine di tempo, “Le storie della filosofia per grandi e piccoli” scritto da Andrea Ferroni, per il quale ha curato le illustrazioni. Anche se il personaggio che porta sempre nel cuore è il servente Osvaldo, il primo nato dalla sua matita.

Chi è Pia Simona Bosco?
«Sono una persona molto legata alla famiglia e ai pochi ma veri amici che considero una parte essenziale della mia vita. Fin da piccola, l’arte è stata la mia compagna di viaggio, il mio rifugio dove mi sono sempre sentita a casa. Ho coltivato questa passione trasformandola nel mio percorso di vita, prima al Liceo artistico e poi all’Accademia di Belle Arti a Macerata, città in cui oggi vivo insieme al mio compagno Matteo. Sono una persona empatica, amo la solitudine quando posso dedicarla alle cose che più mi appassionano. Scrivere le mie idee su piccoli quaderni è per me un modo per dare forma ai pensieri, fissare emozioni e tracciare percorsi ancora da esplorare. Oltre all’arte, credo fermamente nell’importanza del sociale. Sono donatrice Avis, un impegno che porto avanti con convinzione perché penso sia fondamentale restituire al mondo parte di ciò che ci o5re ogni giorno. La pioggia, la montagna, il mare d’inverno e l’odore dell’autunno sono per me più di semplici elementi della natura: sono presenze costanti che mi ispirano e mi accompagnano nel mio percorso. Sarà perché sono nata a dicembre, nel cuore d’inverno, ma ho sempre trovato nella pioggia qualcosa di familiare e rassicurante. Il mio sogno è riuscire a trasmettere, attraverso ogni tratto e colore, un frammento di questa bellezza, perché credo che l’arte sia uno dei mezzi più potenti per emozionare, crescere e trasformare, soprattutto nei più piccoli. Nel mio tempo libero amo cucinare dolci per le persone che amo, camminare nella natura e lasciarmi trasportare dalla musica, che per me è più di un semplice sottofondo: è un mezzo per amplificare emozioni, immergermi nei ricordi e dare un ritmo ai momenti della mia vita. La lettura è un’altra mia grande passione, soprattutto i thriller psicologici e il mondo degli albi illustrati e delle graphic novel, che non smettono mai di ispirarmi e di spingermi a esplorare nuovi orizzonti nell’editoria».

Ha sempre sognato di fare l’illustratrice?
«Non posso dire di aver sempre sognato di fare l’illustratrice, ma l’idea si è sviluppata nel tempo. Fin da piccola, ho sempre amato disegnare e creare immagini che raccontassero storie, ma inizialmente non avevo chiaro che sarebbe stata questa la mia professione. Solo più tardi, approfondendo lo studio dell’arte e delle tecniche illustrative, ho capito che sarebbe stata la mia strada. In un certo senso, l’idea di diventare illustratrice è cresciuta insieme a me, come una parte di me che si è evoluta. Non è stato un sogno predefinito, piuttosto una scoperta continua delle mie capacità e delle emozioni che potevo trasmettere attraverso le immagini. Così, sebbene non fosse un sogno d’infanzia, oggi posso dire che è diventata la mia passione più grande. Quando illustro o preparo un’illustrazione, passo molto tempo a pensare e immaginare scenari nella mia mente, creando quasi un libro mentale. Mi piace esplorare ogni singola possibilità e visualizzare le varie soluzioni. Tuttavia, l’immaginazione non corrisponde sempre al prodotto finito, quindi il mio processo creativo è complesso e articolato. Le fasi di creazione sono molte e variabili in base a ogni progetto e alle persone coinvolte. La parte più importante per me è la ricerca. Passo molto tempo a studiare l’argomento, a cercare ispirazioni, sfogliando albi illustrati e raccogliendo reference visive che mi aiutino a concretizzare le idee. Durante questa fase, faccio anche bozze e sketch veloci per mettere su carta le prime intuizioni. Solo dopo questo lungo processo di ricerca posso passare alla realizzazione delle bozze definitive, alla definizione dello stile e alla ricerca del colore. Ma non è solo una questione tecnica: durante il processo creativo, anche le emozioni giocano un ruolo fondamentale. È essenziale per me trasferire queste emozioni in ogni singola illustrazione. È questo che mi fa sentire viva ed è la conferma che, se il mio lavoro può emozionare me, può farlo anche con ogni lettore. Penso che questa connessione emotiva sia una delle cose più importanti che cerco di ottenere con il mio lavoro ed è uno degli scopi principali della mia arte. Anche le emozioni non proprio positive giocano un ruolo fondamentale. È importante per me accoglierle e capirle. Queste emozioni mi aiutano a indirizzare il mio lavoro, a capire se quello che sto facendo è giusto e a poter cambiare direzione, se necessario. L’illustrazione finita deve soddisfarmi e farmi provare dei sentimenti; è solo così che posso essere sicura che la mia opera possa emozionare anche chi la guarda. Quello che vorrei trasmettere con le mie illustrazioni è l’amore per l’arte e per il mio lavoro. Ogni mia illustrazione è il risultato di un processo creativo profondo e sincero, e spero che questo amore emerga nelle immagini che creo. Il mio obiettivo è anche quello di aiutare il lettore a trarne insegnamenti, invitarlo a riflettere e, soprattutto, emozionarsi entrando nel mondo che descrivo. Mi piace pensare che ogni illustrazione abbia il potere di trasportare chi la osserva in un altro spazio, suscitando emozioni e spunti di riflessione. Rispetto sempre le sensazioni che una determinata cosa mi fa provare, sia nella vita che nel mio lavoro. Le mie decisioni sono sempre ponderate, sia a livello concreto che a livello sentimentale. Se un testo o un’idea creano delle immagini nella mia mente, se mi fanno emozionare o provare un brivido, allora so che è il mio percorso. È un po’ come un’illuminazione che mi guida: se una storia o un progetto risvegliano in me queste emozioni, sento che è il momento di intraprendere quel cammino e di dar vita a quelle immagini».

Pia Simona Bosco durante i laboratori

Come è nata questa passione?
«Disegnavo ovunque e in ogni momento: sui quaderni a scuola, a casa, e persino sul legno del tavolo, per la gioia di mia madre. Per me, l’arte è sempre stata un linguaggio naturale, una necessità, qualcosa che mi apparteneva profondamente. La mia famiglia ha riconosciuto subito questa passione, e in particolare mia madre, che ha sempre sostenuto la mia vocazione. Grazie al suo amore e alla sua dedizione, ho avuto la possibilità di intraprendere il percorso che desideravo, senza mai sentirmi oppressa o incompresa. Non è scontato che un genitore supporti una passione così forte, ma lei lo ha fatto, permettendomi di inseguire il mio sogno con fiducia e non finirò mai di ringraziarla per questo. Non solo mia madre, ma tutta la mia famiglia e le persone a me vicine hanno sempre sostenuto la mia decisione, spronandomi a migliorare e a non arrendermi. Questo sostegno costante è stato fondamentale per la mia crescita, sia come artista che come persona».

Quale percorso ha fatto?
«Il mio percorso artistico è iniziato al liceo artistico G. Montauti di Teramo, dove mi sono specializzata nell’indirizzo di Arti Figurative. Devo molto della mia crescita personale e professionale a due professori che mi hanno saputo guidare e temprarmi: Vincenzo d’Onofrio e Fabrizio di Diodato. Grazie alla passione e al cuore di questi insegnanti, ho imparato che l’insegnamento può andare ben oltre la semplice trasmissione di nozioni, ma può davvero formare e ispirare. Il liceo è stato per me un passaggio fondamentale, dove ho potuto sperimentare varie tecniche artistiche, gettando le basi per il mio futuro. Dopo il liceo, ho deciso di continuare la mia formazione all’Accademia di Belle Arti di Macerata, un’altra tappa importantissima nella mia vita. Qui mi sono laureata prima nella triennale in “Arte del fumetto e illustrazione”, con il Silent Book “Osvaldo, cosa si può fare con un serpente”, e successivamente alla magistrale in “Illustrazione per l’editoria”. Osvaldo è stato il mio primo personaggio, e a lui sono molto affezionata. Durante questo percorso, il mio stile si è modellato su questo personaggio, e ho scoperto la bellezza dei colori e dello stile grafico. Un grande aiuto in questo processo è stato Maurizio Quarello, che è stato mio professore e relatore di tesi. Ha creduto in me e nel mio progetto, aiutandomi a lavorare sul mio stile e guidandomi fino alla realizzazione di un prodotto libro finito e studiato nei minimi dettagli. Nel corso dei miei studi magistrali, ho sviluppato un progetto molto personale e profondo, una tesi intitolata La Wunderkammer dei sentimenti, che ha esplorato il collezionismo di nicchia del ‘500 in Germania. Questo studio ha dato vita a una graphic novel intitolata Horror Vacui, che affronta la tematica della paura del vuoto interiore e della ricerca del proprio sé, un progetto a cui tengo particolarmente. Mi sono laureata con il massimo dei voti in entrambe le lauree, un traguardo che mi ha dato molta soddisfazione. Da molti anni lavoro come illustratrice freelance, un’esperienza che mi ha permesso di crescere come artista e di collaborare con vari editori e clienti. Nel tempo, ho avuto la fortuna di lavorare su diversi progetti, creando illustrazioni per libri, albi illustrati e altre forme di pubblicazione. Congiuntamente al mio lavoro da illustratrice, mi sto anche avvicinando al mondo dell’insegnamento, cercando di trasmettere agli altri la mia passione per l’arte e la mia esperienza. Credo che l’insegnamento sia un modo bellissimo per restituire ciò che ho ricevuto e per contribuire alla crescita di altri giovani artisti. Spero, in futuro, di riuscire a conciliare il mio lavoro da illustratrice con l’insegnamento, continuando a crescere e a imparare in entrambi gli ambiti».

Al centro Pia Simona Bosco ed Andrea Ferroni alla presentazione del libro “Le storie della filosofia per grandi e piccoli”

Quanti e quali progetti ha realizzato fino a oggi?
«Il mio primo progetto importante come illustratrice è evoluto dal mio Silent Book di tesi triennale in Arte del fumetto e illustrazione: “Osvaldo, cosa si può fare con un serpente”. Questo lavoro è diventato un albo “double face”, con due storie: “Osvaldo, un serpente a righe” e “Giovanna, un serpente a righe”, pubblicato da Passabao nel 2022 ed è indirizzato a bambini dai 5 anni in su. È stato il mio primo passo nel mondo dell’illustrazione professionale, e sono felice di vedere come questo progetto, nato come una piccola idea, sia riuscito a prendere forma in qualcosa di tangibile e significativo.  Questo progetto ha rappresentato per me un’importante evoluzione, sia dal punto di vista tecnico che creativo, e vedere il mio primo libro prendere vita è stato davvero gratificante. Nel 2024, ho avuto l’opportunità di lavorare al mio secondo albo illustrato, “Le storie della filosofia (per grandi e piccoli)”, scritto da Andrea Ferroni e pubblicato da Vydia Editore. Ho conosciuto Andrea mentre svolgevo il servizio civile nella Biblioteca Mozzi Borgetti, dove lui lavora come consulente bibliotecario. È rimasto subito colpito dal mio tratto e ha creduto immediatamente in me, affidandomi il compito di dar vita alle sue parole. Illustrando un libro sulla filosofia. Non è stato solo un semplice lavoro di illustrazione: è stato un vero e proprio esercizio di traduzione visiva di pensieri e idee astratte, cercando di rendere temi filosofici accessibili e coinvolgenti per grandi e piccoli, mantenendo una certa leggerezza e divertimento. Sono legata a tutto quello che creo, perché ci metto il cuore e ogni progetto ha per me un valore unico, dato dal tempo e dall’energia che gli dedico. Tuttavia, un progetto a cui sono particolarmente a5ezionata è Piccole storie. Ho chiamato così questo progetto, che nasce come parte di un progetto universitario, con l’intento di disegnare e ascoltare i pensieri dei bambini, guardare il mondo dal loro punto di vista. In particolare, Piccole storie voleva essere un focus su un momento così significativo come il lockdown del 2020. Volevo immortalare un piccolo frammento di vita di una “piccola” persona in un periodo che, purtroppo, è stato così buio per tutti. Questo progetto è stato molto importante per me, l’ho ideato e portato avanti insieme a due altre persone con cui ho dato vita al team di Piccole storie con il desiderio di coinvolgere i bambini in un’iniziativa che parlasse direttamente a loro. È nato per i bambini e con i bambini, e, con il tempo, è diventato un concorso gratuito di disegno a livello nazionale. La pagina Facebook del progetto è ancora attiva, con la speranza che possa avere sostenitori sempre nuovi e continuare a rivolgersi e coinvolgere i nostri piccoli partecipanti. È un luogo virtuale dove continuiamo a condividere e a raccogliere le storie e le esperienze di questi piccoli raccontatori.  Oltre a questi progetti principali, ho avuto il privilegio di collaborare a molte altre iniziative. Una delle mie ultime collaborazioni è stata con lo scrittore Daniele Pratesi per la copertina del suo romanzo “Ancora un minuto”, uscito per Edizioni Efesto. Ho avuto anche l’opportunità di lavorare alla copertina di “Le Wunderkammer dei sentimenti”, itinerario di arti applicate di Mariagrazia Gargiulo, mia relatrice di tesi magistrale in “Illustrazione per l’editoria”, che contiene parte della mia ricerca di tesi magistrale e una mia illustrazione. Inoltre, ho collaborato a vari progetti grafici, lavorando con case editrici, agenzie di comunicazione e privati».

Di recente ha realizzato i bellissimi disegni di “Le storie della filosofia per grandi e piccoli”. Come è stata questa esperienza e soprattutto com’è illustrare la filosofia, una materia che sembra un po’ astratta o comunque difficile da rappresentare con dei disegni?
«Illustrare “Le storie della filosofia per grandi e piccoli” è stata una delle esperienze più stimolanti e affascinanti della mia carriera. La filosofia è una materia che spesso può essere considerata astratta e distante dalla vita quotidiana, difficile da rappresentare visivamente ma è proprio in questa sfida che ho trovato la bellezza del progetto. Anche un tema complesso come la filosofia, si trasforma attraverso le immagini, in qualcosa di vivo e vicino che può essere esplorato e divertente. L’intero progetto si è sviluppato attraverso il blu, una scelta che non è stata casuale, ma che racchiude in sé il significato dell’origine del mondo, della profondità e dell’infinito. Il blu, infatti, è il colore del cielo e del mare, ma anche quello della mente e dell’anima, ed è per questo che ho deciso di renderlo protagonista del libro. Ogni illustrazione è permeata da sfumature di blu che creano un’atmosfera onirica, sospesa tra il sogno e la realtà, in grado di evocare il mistero e la bellezza della filosofia. Le immagini che ho creato sono pensate come una finestra sull’immaginario, con un’interpretazione che si è voluta mantenere leggera, ma mai banale. Ho scelto di rappresentare concetti filosofici complessi con personaggi che, seppur appartenenti al mondo dell’immaginario, non sono “mostri” spaventosi, ma “mostri buoni”, che sono il tramite per raccontare le difficoltà e le sfide del pensiero filosofico. Ogni “mostro” è un compagno di viaggio, che aiuta i lettori a confrontarsi con le idee dei grandi filosofi citati all’interno del libro. Questa opportunità di lavorare con Andrea Ferroni è stata davvero speciale. Non solo perché lui è un amico con cui condivido una profonda stima, ma anche perché abbiamo potuto sviluppare insieme un progetto che unisse la sua passione per la filosofia con la mia visione artistica. Il nostro rapporto si basa su una reciproca fiducia e su un’amicizia che ci ha permesso di affrontare questo libro con grande entusiasmo e spirito di collaborazione. Non posso che essere grata anche a Luca Bartoli, l’editore, che ha creduto fin dall’inizio nel progetto e ci ha dato la possibilità di portarlo avanti con tanto amore e dedizione. La risposta che il libro ha ricevuto è stata davvero positiva, con tante persone che hanno trovato il lavoro interessante e coinvolgente».

So che avete fatto dei laboratori nelle scuole primarie… Cosa avete fatto e com’è stata quest’esperienza?
«Sì, abbiamo avuto l’opportunità di fare dei laboratori nelle scuole primarie, ed è stata un’esperienza meravigliosa. L’obiettivo era esplorare insieme i concetti chiave del libro attraverso il disegno, la narrazione e la riflessione. I concetti filosofici venivano “tradotti” in immagini e storie che permettevano ai bambini di mettersi nei panni dei personaggi e di esplorare le domande più grandi in modo semplice e visivo. Abbiamo discusso di domande esistenziali, ma anche di temi come l’importanza dell’amicizia e dell’unicità, cercando sempre di fare in modo che ogni bambino potesse trovare il proprio spazio per esprimere le proprie idee. Il risultato è stato impressionante, perché ho visto come i bambini riescano a comprendere e a riflettere su temi così profondi, a modo loro. Mi ha colpito molto il loro entusiasmo e la spontaneità con cui si sono messi in gioco, pronti a esplorare il disegno e le riflessioni. È stato sorprendente vederli meravigliarsi di fronte alle domande filosofiche e, allo stesso tempo, abbracciare la bellezza del pensiero filosofico in modo così naturale, anche alla loro giovane età. L’aspetto più bello di questi laboratori è stato per me l’incontro e il confronto con il mondo dei piccoli. Ho avuto molte occasioni di lavorare con loro e di capire come si relazionano al mondo dell’illustrazione e del disegno in generale. La loro immaginazione non ha alcun limite e spesso mi sono trovata a dovermi fermare a riflettere su ciò che mi dicevano, perché le loro riflessioni erano sorprendentemente profonde. Quando parlano ed esprimono le loro emozioni, lo fanno con una semplicità e naturalezza disarmante, che mi spiazzano e mi fanno mettere in discussione i miei stessi pensieri. Siamo convinti di dover essere noi a insegnare loro, ma la verità è che molte volte sono loro ad insegnare a noi qualcosa di fondamentale: la semplicità e la naturalezza nella vita, nei rapporti, e l’educazione alla felicità. Scegliendo di lavorare per loro tramite l’illustrazione e la narrazione, mi metto in gioco ogni giorno. I loro feedback sono così genuini che, a volte, risultano molto diretti e crudi, ma proprio per questo sono così preziosi. I grandi sono spesso coinvolti e distratti, presi dal turbinio di pensieri inevitabili della vita che cambia, mentre i bambini non lo sono. È anche per questo che le riflessioni sulla vita, la spiritualità e una materia difficile come la filosofia possono risultare quasi semplici quando vengono espresse con le loro parole».

Sono previsti altri volumi di “Le storie della filosofia per grandi e piccoli”? E come si fa a comprare il primo volume?
«Sì, il secondo volume di Le storie della filosofia per grandi e piccoli è in lavorazione ed è davvero entusiasmante vedere come il progetto stia prendendo forma! È un lavoro che stiamo portando avanti con grande passione, e posso dirvi con certezza che la storia continua. Ogni nuova riflessione, ogni nuovo personaggio e ogni nuovo filosofo che esploriamo ci offre l’opportunità di arricchire il nostro viaggio attraverso la filosofia. L’obiettivo è quello di continuare a rendere i concetti filosofici accessibili, stimolanti e coinvolgenti per tutti, bambini e adulti, con un linguaggio che si fa ancora più ricco, pur mantenendo la freschezza e la leggerezza che contraddistinguono il nostro approccio. Non vediamo l’ora di farvi scoprire cosa c’è in serbo per il prossimo volume e siamo davvero entusiasti di continuare a esplorare insieme questo mondo affascinante. Per quanto riguarda il primo volume, è possibile trovarlo in libreria, su piattaforme online, o acquistarlo direttamente sul sito dell’editore, Vydia Editore. Siamo sempre pronti a portare il nostro lavoro in giro, a incontrare nuove persone, a coinvolgere chiunque voglia far parte di questo viaggio di crescita e scoperta. Acquistare il libro significa entrare in un mondo dove la filosofia è qualcosa di vivo, di giocoso e di profondo, che può stimolare l’immaginazione e la riflessione di tutte le età».

Che progetti ha per il futuro?
«Vorrei continuare a illustrare storie per bambini e ragazzi, un campo che mi appassiona profondamente. Sarebbe bellissimo creare un libro che porti la mia impronta totale, dove potrei occuparmi di tutto: dalla scrittura all’illustrazione. Scrivere è una passione che ho sempre avuto, e mi piacerebbe coltivarla ulteriormente, magari scrivendo un romanzo o un progetto letterario che mi permetta di esprimere ancora di più il mio lato narrativo. La scrittura mi offre l’opportunità di esplorare nuove dimensioni creative, e vorrei sviluppare questa passione parallelamente alla mia carriera di illustratrice. Ho molte idee da esplorare e spero di avere presto l’occasione di realizzarle, combinando la narrazione e l’illustrazione in un progetto che sia completamente mio. Oltre alla mia carriera da illustratrice, desidero continuare a portare la mia passione per l’arte nelle scuole, arricchendo il mio percorso con attività formative più strutturate. L’insegnamento è un campo che mi sta molto a cuore e dopo aver lavorato nei laboratori creativi nelle scuole primarie, ho compreso quanto sia importante non solo imparare, ma anche trasmettere conoscenze e ispirazioni. Mi piace pensare che l’insegnamento sia una via a doppio senso, un’opportunità di crescita per tutti, dove anche gli studenti possano insegnarmi qualcosa. Non vedo l’ora di sviluppare corsi, laboratori e, magari, insegnare in modo più strutturato in scuole o accademie. L’idea di essere una guida per i nuovi artisti mi entusiasma, e spero di poter approfondire sempre di più questa mia passione per l’insegnamento. Sono una persona curiosa, sempre in cerca di nuove ispirazioni. Oltre alla mia carriera artistica, sono anche appassionata di investimenti e imprenditoria. Ogni giorno per me rappresenta un’opportunità di crescita e scoperta. I miei progetti futuri sono ricchi di entusiasmo: desidero continuare a illustrare, scrivere e insegnare, esplorando al contempo nuovi ambiti per arricchire la mia esperienza».

Le Marche sono una regione adatta agli illustratori e alle illustratrici?
«Le Marche sono sicuramente una regione che ha molto da offrire agli illustratori e alle illustratrici. Sebbene il panorama artistico non sia ancora tra i più affermati in Italia, è in continua crescita. La regione vanta una ricca offerta culturale e artistica, con risorse che possono stimolare la creatività, come l’Accademia che mi ha permesso di approfondire e sviluppare le mie competenze. In particolare, l’illustrazione e il fumetto sono discipline riconosciute e apprezzate, creando un ambiente fertile per la crescita degli artisti. La comunità artistica è vivace e ci sono molte opportunità di confronto, crescita e collaborazione, che rendono questo un luogo stimolante per chi, come me, desidera esprimere la propria passione. Le Marche hanno sicuramente molte potenzialità e credo che ci siano ampie possibilità per valorizzare ulteriormente il lavoro degli illustratori. La regione potrebbe offrire ancora più opportunità, soprattutto per gli artisti emergenti, affinché possano crescere e farsi conoscere. Mi piacerebbe vedere un riconoscimento maggiore per la professione dell’illustratore, in modo che chi lavora nel settore possa ottenere la visibilità che merita. Le Marche hanno tutte le risorse per diventare un punto di riferimento creativo, un luogo dove l’arte arricchisce non solo la scena locale, ma anche quella nazionale, offrendo spazio ai nuovi talenti per emergere ed esprimersi. L’importante è continuare a costruire e a nutrire questo ambiente, affinché ogni artista possa trovare la propria voce e contribuire con il proprio talento alla scena culturale in evoluzione».

Potrebbe interessarti

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultime notizie

FOTO