di Alessandra Pierini
Oggi in Italia è la festa della mamma, un momento per celebrare questa figura fondamentale per la società. Ma lo sai che tua mamma è quasi sicuramente una “equilibrista” come la maggior parte delle mamme italiane e marchigiane.
Non sto dicendo che la tua mamma ha lavorato in un circo o che è capace di mantenere l’equilibrio su cilindri e assi e neanche che sa camminare su una corda con pericolose acrobazie.
Eppure, in qualche modo, fa tutto questo ogni giorno. A ricordarcelo, come ogni anno, da dieci anni, è Save The Children con “Le Equilibriste – La maternità in Italia 2025”, il rapporto che ogni anno traccia un bilancio sulle sfide e gli infiniti equilibrismi che le donne in Italia devono affrontare quando scelgono di diventare mamme e i dati sulla maternità.

«In Italia – si legge nel rapporto – il 2024 ha registrato un nuovo record negativo delle nascite con soli 370.000 nuovi nati, una flessione del 2,6% rispetto all’anno precedente. L’età media delle madri al parto ha raggiunto i 32,6 anni. In questo panorama di crisi demografica, le donne sono penalizzate nel mondo del lavoro, con divari occupazionali e retributivi a danno di tutte, ma per le madri la situazione rimane critica in molte aree del Paese. Tra loro, le madri sole con figli minorenni devono superare gli ostacoli maggiori».
Quali sono questi ostacoli che tua mamma ogni giorno affronta come una equilibrista senza che tu neanche te ne renda conto? Sono la mancanza di aiuti e sostegno nella cura dei bambini e delle bambine o dei genitori anziani, lo stipendio più basso nonostante lavori come un uomo e, soprattutto se la tua è una mamma single, le difficioltà aumentano.
Qui sotto inserisco dei dati del rapporto che puoi farti spiegare nel dettaglio da un adulto o da un’adulta. Se non trovi nessuno che sia disponibile, puoi scrivere alla nostra mail info@cronachejunior.it e cercheremo di chiarire i tuoi dubbi.
«Più di una donna su quattro, il 26,6%, nel nostro Paese è a rischio di lavoro a basso reddito, mentre la stessa condizione interessa un uomo su sei, cioè il 16,8%.
Su 146 Paesi nel mondo, l’Italia occupa il 96° posto per partecipazione femminile al mondo del lavoro. Se guardiamo invece il dato sul gender gap retributivo (la differenza di stipendio tra uomini e donne ndr), ci troviamo alla 95esima posizione.
I dati sul divario salariale a sfavore delle donne aumentano ancora di più quando queste decidono di mettere al mondo un figlio. Parliamo quindi di “child penalty”, evidenziata nei dati di seguito, per cui mentre gli uomini con figli sono più presenti nel mercato del lavoro rispetto agli uomini senza figli, per le donne avere figli è associato a una minore occupazione lavorativa:
Il 77,8% degli uomini senza figli è occupato, ma la percentuale sale al 91,5% tra i padri (92,1% per chi ha un figlio minore e 91,8% per chi ne ha due o più), mentre per le donne la situazione è molto diversa, poiché lavora il 68,9% tra quelle senza figli, ma la quota scende al 62,3% tra le madri (65,6% per chi ha un figlio minore e 60,1% con due o più).
Il 20% delle donne, infatti, smette di lavorare dopo essere diventata madre, spesso a causa dell’assenza di servizi per la prima infanzia e della mancanza di condivisione dei compiti di cura nelle famiglie, che rendono inconciliabile lavoro e vita familiare.
Secondo alcune stime preliminari, inoltre, questa percentuale salirebbe di 15 punti, arrivando al 35%, tra le madri di figli con disabilità».
Come ogni anno, lo studio include anche l’Indice delle Madri, elaborato dall’Istat per save The Children, una classifica delle Regioni italiane dove per le mamme è più facile o difficile vivere. L’indice è il risultato di un’analisi basata su 7 dimensioni: Demografia, Lavoro, Rappresentanza, Salute, Servizi, Soddisfazione soggettiva e Violenza, per un totale di 14 indicatori da diverse fonti del sistema statistico nazionale.
Le Marche sono alla decima posizione in Italia in posizione stabile ormai da qualche anno. Anche quest’anno, l’Indice riporta la Provincia Autonoma di Bolzano in cima ai territori amici delle madri, seguita da Emilia-Romagna e Toscana. Una menzione particolare in questa edizione va fatta per l’Umbria che occupava la nona posizione nella scorsa edizione e che quest’anno si attesta al 4° posto.