giovedì, Maggio 1, 2025

«Non bisogna raggiungere le stelle, basta scoprirle dentro di sé»

REPORTER JUNIOR - La recensione di "Fino alle stelle!", lo spettacolo andato in scena al Vaccaj di Tolentino, scritta dalla redazione di "Voci dal teatro"

Fino alle stelle: la redazione con i protagonisti

Ormai da diversi anni l’IIS Filelfo di Tolentino in collaborazione con Compagnia della Rancia e Cronache Maceratesi Junior porta avanti il progetto “Voci dal teatro”, volto alla sensibilizzazione del linguaggio teatrale da un lato e alla valorizzazione delle eccellenze dall’altro. In particolare una redazione scelta, composta da sei studentesse del liceo classico e scientifico, partecipa agli spettacoli della stagione del Teatro Vaccaj di Tolentino in posti riservati, e scrive una breve recensione, arricchita spesso da interviste agli attori. Il progetto vede coinvolti Alessia Reggio, Anita Parrini e Virginia Bagalini della 4A Scientifico, Emma Pucciarelli, Emma Migliorelli e Sofia Baldassini 3B classico sotto la guida e la supervisione delle docenti referenti del progetto, Cristina Lembo e Sandra Cola.

di Emma Migliorelli

Al teatro Nicola Vaccaj di Tolentino, il gruppo “Voci dal Teatro” degli studenti dell’istituto superiore Francesco Filelfo ha avuto l’opportunità di “vedere le stelle”.
Infatti, il titolo dello spettacolo andato in scena giovedì, che vede protagonisti gli esperti Agnese Fallongo e Tiziano Caputo, è proprio “Fino alle Stelle!”.
Questa romantica commedia musicale narra la storia di due poveri giovani, partiti dal nulla, che, con non poco coraggio, intraprendono un viaggio che toccherà tutte le regioni d’Italia, inseguendo un solo sogno: diventare cantanti famosi. Maria e Tonino – i loro nomi – nella Palermo degli anni 50′ si definiscono una “coppia artistica”, nascerà qualcosa in più tra loro?
Scenografie, musiche e dialoghi pazzeschi vengono assemblati nel corso dei 100 minuti dai due, unici a solcare il palco. Con la maestria di chi possiede l’esperienza, oltre a interpretare la propria parte, Agnese e Tiziano si trasformano nel resto dei personaggi in modo così naturale da far pensare che al loro posto ci sia veramente qualcun altro.
Il filo conduttore dello spettacolo rimangono i dialetti e le tradizioni regionali. Ogni regione ha le sue canzoni e filastrocche folkloristiche, interpretate ineccepibilmente dai due attori, che – ci dicono – possiedono una predisposizione naturale e, soprattutto, un amore per i dialetti italiani. Tra le risate, Agnese ha anche ammesso che quello più difficile da ricreare è il dialetto marchigiano, anche se non si direbbe, considerato nelle sue varietà.
Una comicità genuina, mai né fuori posto quantomeno noiosa, caratterizza lo svolgersi della vicenda, partita, non a caso, dalla Sicilia, terra che occupa un posto speciale nel cuore di entrambi gli attori.
Come spiegano i protagonisti, l’insegnamento più importante di questo spettacolo è sicuramente l’essere artefici del proprio destino. Infatti, Maria e Tonino non sono due ragazzi qualsiasi: rappresentano tutti coloro che, sebbene partiti con niente in mano, sono riusciti a creare qualcosa di grande, o chi, come dice il regista Raffaele Latagliata, ha capito in corso d’opera che «non bisogna raggiungere le stelle, perché basta scoprirle dentro sé stessi».

 

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