giovedì, Maggio 1, 2025

La scuola dedica un anno alla riscoperta di Pasolini con tutti i mezzi creativi a disposizione

Si è concluso il progetto “PPP: Un corsaro in forma di rosa” portato avanti dal liceo Da Vinci di Civitanova

Una delle attività svolte

Un intero anno per riscoprire Pier Paolo Pasolini. E’ il progetto “PPP: Un corsaro in forma di rosa”, concluso nei giorni scorsi dal liceo “Da Vinci” di Civitanova. L’anno trascorso viene raccontato dai diretti protagonisti, studenti che hanno partecipato attivamente al progetto.

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di Greta Sergi, Leonardo Aidan Lattanzi, Eugenia Fazzini, Maddalena Regoli, Beatrice Sbrascini

Si è conclusa l’iniziativa, proposta e coordinata dalla professoressa Baiocco e finanziata dal Ministero, “PPP: Un corsaro in forma di rosa”, che ha occupato un intero anno, a partire da aprile 2024.
Il progetto ha offerto la preziosa opportunità di analizzare a 360 gradi il grande intellettuale che è stato Pier Paolo Pasolini, con tutti i mezzi artistici e creativi a nostra disposizione.

L’incontro finale, tenutosi il 12 aprile nell’auditorium del liceo, si è aperto con un intervento di David Miliozzi, curatore del libro “Bellezza Imperfetta. Io e Pasolini” di Dante Ferretti, lo scenografo prediletto da Pasolini stesso e vincitore di diversi premi Oscar. Durante il suo intervento, Miliozzi ha illustrato tramite vari fotogrammi e “sketch” scenografici l’essenza dei film di Pasolini, unici anche grazie a tutto ciò che fa da sfondo, scaturito dall’estro creativo di Ferretti, che è riuscito a trasportare nella realtà atmosfere oniriche, dettagli suggestivi. Un artista che si può dire abbia “costruito” il mondo di Pasolini.

Ma partiamo dal principio, la mostra fotografica “Scatti d’amore”, con le immagini di Mario Dondero, presenza costante all’ingresso dell’auditorium. Da lì, Pasolini ci ha accompagnato in un lungo percorso, col suo sorriso rassicurante e quegli scatti che hanno provato a catturare la sua anima, nei suoi momenti più intimi e personali.
Ma l’anima di Pasolini sfugge ad ogni definizione, l’abbiamo capito nel corso dell’anno: abbiamo infatti avuto modo di approfondire l’opera pasoliniana grazie a delle conferenze tenute da esperti che ci hanno permesso di scoprire l’intellettuale in modo inedito.
Primo fra tutti è stato ospite nella nostra scuola Giulio Ferroni, grande storico della letteratura, che ci ha illustrato il Pasolini Poeta; a seguire Massimo Raffaeli, critico letterario, ha fatto leva sulla sacralità della sua opera.
Molto interessante l’intervento di Stefano Papetti, storico dell’arte, che ha sviluppato il rapporto fra Roberto Longhi e il suo allievo Pier Paolo, rivelando il Pasolini pittore.
Con il poeta Umberto Piersanti, infine, abbiamo affrontato le polemiche violentissime che accompagnano gli scritti pasoliniani, frequenti, anzi, perpetue, perché Pasolini faceva parlare di sé senza sosta, non aveva paura di essere criticato. Piersanti ha inoltre sottolineato il rapporto tra Pasolini e Volponi, poeta marchigiano, evidenziando i punti in comune tra la poetica dei due.
Queste testimonianze sono servite d’introduzione per la seconda fase del progetto, che vede noi ragazzi protagonisti, con un cortometraggio, laboratori di grafica, teatro e scrittura creativa.

Una scena del cortometraggio

Il cortometraggio “Se nasci in un piccolo paese sei fregato”, diretto dall’autore e regista Fulvio Malone, ha permesso a noi giovani attori di esprimerci con libertà, senza limiti di copioni scritti, lasciando spazio ad un’improvvisazione spontanea e genuina, che ci ha concesso di essere noi stessi. La figura protagonista, un matto di paese, incarnazione di Pasolini, interpretata da Mirco Abbruzzetti, insegna che il pensiero dell’autore è ancora oggi vivo.
Nella durata di tutto il corto, l’attore, rimasto all’epoca di Pasolini, impazzisce perché tutti i timori dell’intellettuale sono pian piano diventati realtà.
Il protagonista si confronta con dialoghi di giovani segnati dalla società, che discutono sulla loro appartenenza nella popolazione, alcuni totalmente delusi dalla progressiva perdita di umanità, altri ancora speranzosi.
Si chiude con l’immagine del pasoliniano che muore in riva al mare, all’alba, con un messaggio per i ragazzi e le ragazze. Perché Pasolini non è mai stato e mai sarà capito dal mondo.
Michele Fofi e Peppe Barbera sono stati fondamentali lungo tutta la realizzazione del corto, in qualità di direttori artistici del Civitanova Film Festival, e con impegno profuso hanno trasmesso la nostra identità culturale non solo alla scuola, ma a tutta la cittadinanza.

Con il progetto “Pasolini e i giovani del XXI secolo”, le classi coordinate dalle professoresse Simona Nicheli e Sara Scattolini hanno presentato la loro idea del regista, allestendo in autonomia una mostra grafica tenutasi nel museo del manifesto Magma di Civitanova Alta con direttore Enrico Lattanzi.
La mostra ha aiutato sia a esprimere artisticamente le sensazioni che l’autore ci ha dato, sia ad acquisire i fondamentali della realizzazione dei manifesti insieme all’aiuto del graphic designer Pasquale Moretti. Un occhio giovane su un autore che è vecchio solo nell’epoca, mai nel contenuto, sempre attuale.

Infine, con lo spettacolo “Edipo Re in Corpus”, frutto del laboratorio di teatro, ci è stata data la possibilità di conoscere meglio il “Pasolini regista”, a partire da uno dei suoi successi più celebri: l’Edipo Re, la cosiddetta tragedia della vista.
Nella drammaturgia a cura di Giorgio Felicetti, attore e regista che ci ha condotto sul suggestivo “dietro le quinte” del film di una piccola troupe di attori, si intrecciano l’attualità, il vissuto del poeta e quello di Edipo, accomunati tutti e tre da un destino incerto e travagliato, la cui rivalsa viene affidata ai giovani dallo stesso Pasolini che, in punto di morte, con il suo operato si augura di poter ispirare i ragazzi delle future generazioni.
Giorgio Felicetti è partito dalla traduzione dell’Edipo Re sofocleo di Pasolini e l’ha adattato in uno spettacolo teatrale, attingendo anche al mediometraggio “La ricotta”; in questo modo è riuscito a “modernizzare” una tragedia millenaria, introducendo elementi anacronistici e rendendo il palco un vero e proprio set cinematografico, diretto dallo stesso Pier Paolo. Lo spettacolo è stato molto acclamato per la sua originalità, ma anche per la veridicità e credibilità di noi attori, appartenenti a quella che Pasolini avrebbe chiamato “meglio gioventù”.

In questo anno di studi pasoliniani, le classi quarte e quinte della professoressa Maria Grazia Baiocco si sono interrogate sui tanti temi che l’opera di questo straordinario poeta ci spinge ad affrontare.
Ne sono nati lavori in cui ciascuno ha messo in evidenza ciò che più lo ha colpito di tutta la vastissima opera di Pasolini: alcuni sono lavori lunghi ed articolati, altri pensieri brevi e illuminanti, tutte testimonianze del grande impegno e della passione che hanno animato noi studenti e studentesse e soprattutto dell’impatto che Pasolini ha avuto sulle nostre giovani vite.
Per esempio, l’alunna del 4A classico Eugenia Fazzini, ha realizzato una graphic novel interamente a mano, con l’uso di pennarelli ad alcool e matite colorate. L’opera, basata su un soggetto originale, composta da 5 pannelli, era incentrata sul rapporto generazionale legato all’elemento mitico pasoliniano.
Queste magnifiche iniziative ci hanno coinvolto in tutti sensi, ed hanno permeato la nostra quotidianità, sia nei momenti “ordinari”, che in quelli speciali, con un rimando immediato e spontaneo al nostro ormai “caro” Pier Paolo Pasolini.

Il 12 aprile la professoressa Maria Grazia Baiocco, insieme al nostro preside Francesco Giacchetta, hanno consegnato i diplomi pasoliniani ed il libro “Il nostro Pasolini” agli studenti coinvolti.
Questo libro, che riassume tutte le esperienze da noi vissute, esprime la sinergia dell’agire verso la promozione sociale e l’attenzione ai giovani di realtà diverse presenti sul nostro territorio, quali in primis il liceo, il museo Magma, il Cff e l’associazione Est Europa Ovest.

Il viaggio non finisce qui: il “di verso” cresce con noi.

“Se nasci in un piccolo paese sei fregato”: Pasolini nel cortometraggio del Da Vinci

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