giovedì, Maggio 1, 2025

Paolina Leopardi, la sorella di Giacomo di cui nessuno parla

MACERATA RACCONTA - Francesca Monaco, autrice di un libro dedicato alla letterata, l'ha messa in luce raccontando la sua vita e immedesimandosi in lei e nelle sue emozioni dal palco della galleria degli Antichi Forni nell'ambito del festival letterario

Da sinistra verso destra: Giulia Poeta, Alessandra Pierini e Francesca Monaco

di Carlo Torregrossa

Tutti noi conosciamo Giacomo Leopardi, ma quanti conoscono Paolina Leopardi?
Scrittrice, traduttrice, giornalista e sorella di Giacomo.
Una donna energica, che ha sempre anteposto il suo bene per quello degli altri.
“La tutta di tutti” Così la chiamava il padre Monaldo.

Francesca Monaco è l’autrice di: Paolina Leopardi. All’ombra del poeta edito da Morellini.
Il libro fa parte della collana Femminile singolare, dell’omonima casa editrice. «Paolina rientra perfettamente in questa collana figura straordinaria, ma poco conosciuta e soprattutto poco raccontata» ha detto Francesca Monaco, l’autrice, che ha dialogato insieme alla giornalista Alessandra Pierini sulla figura di questa donna tanto sconosciuta quanto unica sul palco della galleria degli Antichi Forni nell’ambito del festival Macerata Racconta.
La presentazione è stata arricchita da momenti di lettura di alcuni passaggi significativi del libro, interpretati da Giulia Poeta.

Giulia Poeta mentre legge un passo del libro

Paolina Leopardi è stata taciuta per molto tempo, invece ha tanto da dire, e non solo perché è la sorella di Giacomo Leopardi, anche lei ha pubblicato diversi libri e articoli, ma soprattutto ha dovuto convivere con una figura ingombrante come quella del fratello Giacomo ed è anche per questo che diversi lavori che ha pubblicato, sono stati pubblicati sotto falso nome, non volendo mettersi in competizione con lui.
Tra le sue traduzioni dal francese, che parlava come fosse una seconda lingua, è bene ricordare: Viaggio notturno intorno alla mia camera di Xavier de Maistre, La conversione di Alfonso Maria Ratisbonne di Théodore de Bussières e fu anche la prima donna a comporre la prima biografia su Mozzart, in quanto era anche una grandissima appassionata di musica. Inoltre tradusse quasi un migliaio di articoli dal francese.

Una donna forte, energica e che aveva una grande esperienza in campo letterario, questo anche grazie al padre che se da un lato impartiva ai figli,  così come la madre un’educazione rigida, d’altri tempi, che condizionò molto la vita di Paolina,  dall’altro fu molto moderno nell’educarli. Mise a loro a disposizione l’infinita biblioteca di famiglia, che conteneva circa 14mila volumi, e chiese pure di avere accesso allo studio dei libri proibiti dalla chiesa. Così Paolina ricevette la stessa educazione del fratello Giacomo «Monaldo era un uomo pieno di contraddizioni» sottolinea Francesca Monaco.
Una costante nella vita di Paolina fu però il rapporto con il fratello Giacomo. Rapporto che durò anche una volta che il sommo poeta riuscì finalmente ad uscire da quella Recanati che gli stava tanto stretta. In questo periodo Paolina e Giacomo si scrissero moltissime lettere, che si interruppero solo gli ultimi due anni della vita di Giacomo, in quanto le sue condizioni di salute lo portarono a perdere la vista.
Paolina rimase a Recanati, non riuscì come il fratello ad andarsene. La sua non era di certo mancanza di coraggio, ma senso del dovere. «Paolina fu l’unica che rimase al capezzale dei genitori. Non osava mai contraddirli solamente per senso del dovere» racconta l’autrice.
L’illusione più grande di Paolina fu quella del matrimonio, lei non riuscì mai a sposarsi, se pur ebbe diverse occasioni, in una rifiutò perché il suo pretendente, Raniero Roccetti,  l’avrebbe sposata solamente per il suo titolo nobiliare. «Mi sposi solamente per questo? Io non ci sto, merito di più» disse, abbandonando così la storia d’amore alla quale Francesca Monaco ha dedicato due capitoli del libro. Questo evento dimostra quanto Paolina avesse grande dignità.La vita di Paolina cambia drasticamente dopo la morte della madre Adelaide
A questo punto niente e nessuno la legava più a Recanati, perciò decise di iniziare a viaggiare ma non solo: ristrutturò casa Leopardi e  cominciò a vestirsi con colori accesi e brillanti, come il rosso, in quanto la madre l’aveva sempre costretta a vestirsi di nero, dunque «la copertina del libro, è un omaggio a questa rinascita di Paolina» specifica Monaco.
Per questo possiamo affermare che la vita di Paolina si divida in due parti, la seconda inizia alla soglia dei 60 anni quando decide di intraprendere dei viaggi, uscire da Recanati per visitare altri luoghi,  tra l’altro durante gli anni dell’Unificazione d’Italia.
«Nei suoi viaggi chiude un cerchio, perché decide di viaggiare nei luoghi in cui è stato il fratello.» Paolina andrà a Roma, Firenze, Bologna, Modena, dove riuscì a conoscere  un soprano con cui si scrisse per 35 anni ma che non aveva ancora mai visto di persona, Visitò la tomba del fratello a Napoli e in fine visitò Pisa, paese in cui il Fratello ritrovò la sua vena poetica, e scrisse A Silvia. Ma la città nella quale il fratello fu più felice, fu anche quella dove Paolina Leopardi Morì, chiudendo così un cerchio che la legava al fratello Giacomo

All’interno del libro ad emergere non è solo la figura di Paolina ma anche di altre donne, di cui non si parla mai quando si parla o si spiega Leopardi. La zia Ferdinanda ad esempio, sorella di Monaldo,  soprannominata “infermiera del cuore” avrà un ruolo fondamentale nel convincere il fratello a lasciare partire Giacomo, un altra figura molto interessante è la nonna Virginia, della quale i nipoti ricordano la casa, soprannominata come «casa dei balocchi» «quindi non solo Paolina ma anche tutte le altre donne sono nell’ombra» afferma Francesca Monaco

Francesca Monaco

Paolina Leopardi, una vita che si intreccia con quella del fratello Giacomo ma che, come abbiamo potuto apprendere, ha una sua storia, un suo vissuto e una sua personalità che emerge grazie al ricchissimo lavoro di documentazione di Francesca Monaco che ha deciso di puntare i riflettori su quella che era una figura fino ad oggi sempre rimasta all’ombra del poeta.

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